Il primo pioniere |
L’ingegner Franz Zehetner si annovera tra i pionieri della radio in Austria. Figlio di un funzionario statale, Franz Zehetner nacque a Vienna l’11 aprile 1907 e, nel 1926, si diplomò nella sezione di elettronica del TGM di Vienna. Grazie ad alcune conoscenze, subito dopo il diploma riuscì a trovare un posto come assistente presso la compagnia RADIONE, che si era appena formata. Questo primo impiego segnò in modo indelebile il corso della sua vita dall’età di diciannove anni. |
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Ing.
Franz Zehetner (1907 -1986) |
In qualità di assistente, Franz Zehetner si occupava di tagliare e ricollegare i cavi. Non era esattamente il genere di lavoro che questo ambizioso ingegnere si aspettava, ma in tutti i modi si trattava di un posto fisso in un momento di instabilità e precarietà nel mondo del lavoro. Presto il giovane assistente si fece notare fra i colleghi e questo aumentò la portata delle sue responsabilità: gli fu permesso di partecipare come saldatore alla fase di montaggio. |
Prime
esperienze all’estero Quando
il signor Zerdik si mise in proprio, il giovane tecnico si unì
subito a lui nella sua nuova compagnia. In alcuni periodi raggiunsero
picchi di produzione di 150 radio al giorno in solo due turni di lavoro,
il che costituiva un risultato straordinario per quell’epoca.
In tutti i modi non costruivano soltanto radio che venivano vendute
a loro nome, ma anche apparecchi venduti a nome Horniphon
e Philips. Quando, nel 1936, Zerdik gettò la
spugna, l’ingegner Zehetner gli subentrò nell’impresa
di riparazioni. |
La fondazione della compagnia “Radiobau ZEHETNER” |
Il
2 agosto 1938 la situazione era la seguente: Zehetner
possedeva un negozio di radio in Lerchenfelderstraße 18,
nell’ottavo distretto di Vienna, dove era subentrato
dopo la morte del proprietario. Per essere più vicino al negozio,
decise su due piedi di trasferirsi al primo piano dello stesso edificio. |
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Anche se all’inizio si occupava semplicemente di “produzione
e riparazione di apparecchi radio, limitandosi all’assemblaggio
di pezzi prefabbricati”, dal 2 dicembre 1938 ampliò i suoi
servizi con la “vendita di radio, dittafoni e accessori, materiali
elettronici, dischi, biciclette e lampadari”. |
Durante
la seconda guerra mondiale venne inviato in Germania come "tecnico".
Quando scoprirono, con disappunto, che non era in grado di riparare
veicoli a motore, gli fecero un corso intensivo di meccanica e lo incaricarono
di rimettere in sesto ogni sorta di veicolo con dei problemi durante
la marcia in Russia. Riuscì a sopravvivere in guerra, riportando
solo lievi disagi dovuti al freddo. |
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Berlino, 1 ottobre 1942
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Dopo la guerra |
Dal momento che la grossa domanda di radio non veniva soddisfatta, l’ingegner Zehetner incominciò a produrre kit per la costruzione di radio e riuscì a ottenere delle radio da rottami militari. |
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Questa trovata fu fonte di grandi guadagni: “Gli apparecchi ci venivano strappati di mano con avidità, quasi fossero dolci appena sfornati. Non riuscivamo a stare al passo con una richiesta del genere” (citazione originale). |
Alla prima fiera postbellica, gli apparecchi radiofonici di Zehetner erano prodotti famosi e attiravano non solo gli appassionati, ma producevano anche considerevoli guadagni. Oltre agli
apparecchi radiofonici e ai kit di assemblaggio, l’azienda produceva
e distribuiva anche accessori,
così che gli interessati potessero personalizzare il proprio
apparecchio.
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kit di assemblaggio
Phonetta - Volkssuper
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Dopo quattro versioni della “VOLKSSUPER”, la “PHONETTA”, la “Zehetner-Volkssuper”, la "PHONETTA-Super" e la “PHONETTA K49”, iniziò la produzione della così detta “Serie di Pietre Preziose”. Si trattava di apparecchi con nomi come “ONYX”, “RUBIN” (rubino), “SMARAGD” (smeraldo), “BRILLANT” (brillante), “SAPHIR” (zaffiro) e “OPAL” (opale), la cui versione finale era anche dotata dell’”occhio magico”. |
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Fiera di Vienna 1947 |
L’ascesa |
L’innovazione era sempre stata un punto importante per l’ingegner Zehetner. Dopo avere soddisfatto la prima ondata di richieste, si concentrò su nuovi tipi di apparecchi, rimanendo sempre il capo costruttore nella sua azienda. Una volta resosi conto che gli apparecchi portatili avevano sempre avuto, e continuavano ad avere, un facile mercato, decise di costruire apparecchi con batterie portatili, i così detti “ricevitori-valigia” o “portatili”. Questi apparecchi a batteria rappresentarono il più grande successo dell’azienda all’inizio degli anni ’50. |
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L'officina in Lerchenfelderstraße |
Il
24 marzo 1953 Zehetner ampliò la propria offerta grazie all’attività
di “manutenzione e riparazione delle radio”. Nello stesso
anno, l’azienda lanciò sul mercato il primo apparecchio-combinato,
una radio portatile munita di giradischi, il “FROHSINN-Junior”,
che tuttavia non venne prodotto in serie. |
Con
l’introduzione in Austria, nel 1953, delle radio FM, si aprì
un mercato di nicchia, che l’azienda fu subito in grado di soddisfare:
per ogni apparecchio sprovvisto della possibilità di
ricevere in FM, vennero prodotti dei dispositivi appositi o
degli strumenti (Zehetner ULTRA)
da collegare direttamente al giradischi dell’apparecchio. |
L’azienda nel periodo di massimo splendore |
Negli
anni di maggior successo dell’azienda, l’ingegner Zehetner
assunse circa trenta collaboratori che bastavano appena
a soddisfare le domande della clientela. Gli apparecchi erano molto
conosciuto e persino il famoso giornalista, geografo e giramondo Dr.
Max Reisch ne portò uno con sé durante i
suoi viaggi avventurosi. Visto che gli spazi in Lerchenfelderstraße
18 non erano più sufficienti, l’officina venne ampliata
e l’ufficio spostato proprio dietro l’angolo, in un piccolo
locale di una strada laterale, in Neudeggergasse 1-3. |
Frohsinn
UB 60 |
Il declino |
Verso
la fine degli anni ’50 si affermò una
tendenza che rappresentò per l’azienda la fine della produzione
delle radio. Le opportunità di sopravvivenza vennero minacciate
dall’evoluzione delle nuove tecnologie attraverso la produzione
in serie e dalla crescente competitività dei mercati orientali
(Giappone). |
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Gli ultimi successi furono la bella “DARLING”, la “BRILLANT” e infine “BAMBI”, che venne poi rinominata “CHERI” per evitare il caso di omonimia con il cartone animato della Disney. Da ricordare, infine, sono anche la “Piccolo-fulltransistor-Autosuper”, che poteva essere usata sia a batteria che collegandola a una presa di corrente da 6 o 12 Volt. |
L’ingegner Zehetner, che aveva sempre scommesso su prodotti intelligenti, inventò, nel 1949, una speciale test-clip, la Zehetner Universal Test-Clip per il reparto manutenzione. Anche questo prodotto ebbe successo sul mercato. La domanda era così alta che la produzione non era in grado di soddisfarla. Per questo motivo vennero impiegati anche i figli e i parenti di Zehetner per fare più turni e straordinari di domenica. Tuttavia Zehetner fece un errore madornale dal momento
che non brevettò la sua invenzione, della quale ignorava per
lo più il potenziale. Le test-clip vennero copiate in Germania
(da Hirschmann) e ribassate di prezzo. Poi vennero esportate in Svizzera,
Francia e USA. |
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Resta solo una magra
consolazione: ancora oggi le test-clip di ogni tipo, a prescindere dal
loro produttore, vengono indicate come “Zehetner-clip”. |
Gli anni ‘60 |
Negli
anni ’60 la diffusione delle radio diminuì.
Tuttavia vennero prodotti apparecchi
per l’intrattenimento domestico, costruiti su ordinazione.
Tutto questo finì all’inizio degli anni ’70,
quando divenne di moda assemblare i diversi componenti di un HiFi. |
Rimaneva solo la produzione delle test-clip che uscirono in tre versioni e con colori diversi. Le vendite all’estero erano buone e venne stampato materiale informativo in inglese e in francese. Nel 1968 vennero brevettate le due versioni avanzate delle clip e, insieme alle test-clip, fiorì il settore della manutenzione e della distribuzione. |
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Ing.
Zehetner (sinistra) con il suo stretto collaboratore Ing. Walter Jauernik |
Ma anche la manutenzione di radio
e televisori divenne problematica. I clienti erano soprattutto persone
anziane che possedevano apparecchi vecchi e usurati. Le riparazioni
dovevano essere a buon mercato e i servizi, quali il prelievo e la
riconsegna, gratuiti. I clienti accettavano il consiglio di acquistare
un nuovo apparecchio ma poi si recavano ai grandi magazzini, dove
i prezzi erano più convenienti. |
La fine |
All’età
di sessantotto anni, l’ingegner Zehetner cedette la sua azienda
ai due colleghi più anziani, l’ingegner Walter JAUERNIK
(che aveva cominciato come apprendista e rappresentava “il cuore
e l’anima” dell’azienda) e la signora Paula
SCHARL (defunta). Egli mantenne solo il 3% e vendette la licenza.
Da pensionato, ancora giovane nello spirito, non godette dei guadagni
di una vita. Al contrario: continuò a sostenere finanziariamente
l’azienda. |
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Fiera di Vienna |
L’azienda,
che un tempo rappresentava una delle più importanti compagnie
del settore, era prossima alla fine. Oltre
a non avere sfruttato a dovere l’opportunità delle test-clip,
l’azienda stava retrocedendo in maniera irrefrenabile nell’attività
di riparazione, produzione e distribuzione. Sul mercato non era più
competitiva e, probabilmente, sarebbe stato meglio se si fosse concentrata
esclusivamente sulla distribuzione. Nel 1986
poté chiudere la sua azienda con un bilancio in pari. |
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nel 1984 davanti al suo amato negozio |
© 2001
Mag. Kurt Zehetner
Ing. Franz Zehetner jun.
Liberamente tratto dall'articolo "Un'impresa si presenta: Zehetner
Radiobau, Vienna", dalla rivista
"Elektro Radio Handel" dell'anno 1985.
[ inizio ]